Il diaframma degli obiettivi NIKKOR Z e il numero di lamelle che lo compongono

© Photo Credits: GABRIELA HERMAN

Il diaframma in fotografia è un foro di superficie variabile che si trova dentro l’obiettivo. Più o meno aperto, lascia passare una maggiore o minore quantità di luce che va a colpire il sensore di immagine. È ottenuto disponendo opportunamente un determinato numero di lamelle le quali, grazie a un motore, scorrono le une rispetto alle altre a ogni pressione del pulsante di scatto.
La disposizione delle lamelle è tale da conferire al diaframma una forma da esagonale a (quasi) circolare. Il diaframma definisce così la luminosità massima di ogni obiettivo in ragione della sua più ampia apertura.

Come funziona il tuo obiettivo?

Come si indica l’apertura del diaframma e il perché dei numeri decimali

I valori di apertura del diaframma in fotografia sono indicati con frazioni del tipo f/2, f/4, f/8. Il numeratore indica la lunghezza focale dell’obiettivo; il denominatore le volte per cui la stessa deve essere divisa per fornire il diametro dell’apertura desiderata.

Un obiettivo con focale f=40 mm e apertura massima f/2, come il compatto NIKKOR Z 40mm f/2, avrà infatti un diametro massimo del diaframma pari a 20 mm (40:2). Lo stesso, regolato su f/4 vedrà il diametro del diaframma ridursi a 10 mm (40:4) e così via.

Dato che la quantità di luce che attraversa l’obiettivo dipende dalla superficie del foro, non dal suo diametro, risulta evidente come passando dall’apertura f/2 alla f/4, la superficie del foro si riduca di circa quattro volte.

In fotografia però si vuole che le diverse aperture generino quantità di luce di volta in volta doppie o pari alla metà, aumentando o diminuendo l’esposizione di “uno stop” (o 1 EV, Exposure Value) per volta.

Da qui la necessità di introdurre a denominatore numeri decimali quali 2.8, 3.5 e via dicendo. È inoltre evidente come al crescere del denominatore della frazione f/, diminuisca anche l’apertura (e la superficie) del diaframma. Un diaframma impostato su f/3.5 è quindi molto più aperto di quando è impostato su f/16.

La gran parte degli obiettivi Nikon permette tuttavia di avanzare o indietreggiare anche di mezzo stop (1/2 stop o 1/2 EV) o di un terzo di stop (1/3 stop o 1/3 EV), introducendo aperture intermedie indicate da ulteriori valori del denominatore che compare nella frazione f/. Le esigenze dei fotografi e dei videomaker, si sa, sono infinite.

La forma e il numero delle lamelle negli obiettivi NIKKOR Z

All’apertura del diaframma è legata la profondità di campo di ogni scatto, ossia l’estensione della porzione di immagine in cui ogni soggetto è a fuoco (nitido). In altri termini, l’apertura massima dell’obiettivo (e quinti il tipo di diaframma) è la principale responsabile del tanto apprezzato effetto bokeh.
Un obiettivo di ampia apertura permette di isolare con maggiore facilità il soggetto rispetto a uno sfondo sfocato. Tanto maggiore l’apertura, tanto minore la profondità di campo. In altri termini, con obiettivi luminosi, quindi ad ampia apertura del diaframma, è possibile ottenere immagini dalla ridotta profondità campo.

© Photo Credits: TARU RANTALA

Il diaframma e le sorgenti di luce sullo sfondo

Gli effetti di una profondità di campo ridotta, quindi di un accentuato effetto bokeh, si caricano di fascino soprattutto quando lo sfondo contiene punti di luce e sorgenti luminose. In notturna, per esempio, le sorgenti di luce puntiformi in lontananza produrranno bagliori circolari, sfocati e di forma più o meno circolare.

Ed è proprio su questi che vogliamo focalizzare la nostra attenzione. Sì, perché questi bagliori, a diaframma tutto aperto, appariranno grosso modo circolari a prescindere dalla forma del foro del diaframma. A focali intermedie assumeranno invece la forma del foro stesso. Ecco che negli obiettivi di qualità media, le sei o sette lamelle che compongono il diaframma porteranno a una rappresentazione esagonale o ettagonale dei bagliori, poco apprezzata in fotografia.

Affinché anche a diaframmi intermedi i bagliori siano circolari (o di forma prossima al cerchio) è necessario che il numero delle lamelle aumenti, portandosi a nove o addirittura a 11 e che il profilo di ciascuna di esse non sia rettilineo ma arrotondato.

Di qui la dicitura tipica delle schede tecniche degli obiettivi NIKKOR Z alla voce diaframma: ad apertura circolare. Va da sé che nel passare da un diaframma a 7 lamelle a un diaframma a 9 o addirittura a 11 lamelle, lo sforzo costruttivo richiesto aumenta, sia a livello di componentistica sia di progettazione. Per questo motivo, il numero di lamelle sale all’aumentare del prestigio dell’ottica. Nikon però, anche negli obiettivi con diaframma a 7 lamelle, integra profili curvilinei in modo che il diaframma risulti quanto più di forma geometricamente circolare.

Gli obiettivi NIKKOR Z con diaframmi circolari a 11 lamelle

Se la gran parte delle ottiche NIKKOR Z a focale fissa e in formato FX presenta un diaframma a 9 lamelle in grado di produrre, alle varie aperture, fori prossimi al cerchio, ce ne sono tre che elevano il livello costruttivo (e i risultati) grazie alla presenza di 11 lamelle.

Ciò perché un poligono di 11 lati (curvilinei) è con buona approssimazione assimilabile a una circonferenza. I tre pezzi pregiati del parco ottiche NIKKOR Z rispondono ai nomi: Nikkor Z 85mm f/1.2 S, NIKKOR Z 135mm f/1.8 S Plena e Nikkor Z 58mm f/0.95 S Noct, tre ottiche a lunghezza focale fissa caratterizzate da elevatissima luminosità e straordinaria qualità costruttiva.

In virtù di quanto appena spiegato, i diaframmi dei tre obiettivi presentano rispettivamente aperture massime di diametro 70,83 mm, 75 mm e 61 mm. Il Nikkor Z 58mm f/0.95 S Noct dispone addirittura di un diaframma a 11 lamelle in grado di aprirsi fino a un diametro superiore alla stessa lunghezza focale.

A queste grandi aperture e alla eleganza dei rispettivi schemi ottici è legato l’eccellente controllo della profondità di campo di tutte e tre le ottiche, lo straordinario effetto bokeh che ne deriva e l’alta qualità dello sfocato che si osserva sugli sfondi.

Perché, occorre precisarlo, c’è sfocato e sfocato.
Agli sfondi grezzi e caotici degli obiettivi di scarsa qualità, rispondono gli sfondi morbidi, cremosi e super-definiti delle ottiche NIKKOR Z.

Tutte e tre le ottiche danno il meglio di sé con i ritratti, garantendo contorni incisi e un alto livello di dettaglio anche nelle aree perfettamente a fuoco, a tutte le aperture e in ogni punto del fotogramma (zone periferiche incluse). Le sorgenti luminose sullo sfondo, in condizioni diurne e notturne, produrranno sempre bagliori dolci e dalla forma circolare.

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